È una bella serata d’estate, siete in giro con gli amici e al chiringuito sul mare ordinate una Spilusa fresca oppure siete appena rientrati a casa dopo una giornata intensa e decidete di rilassarvi sul divano sorseggiando una Sincira; in entrambe le situazioni sicuramente una cosa non mancherà mai: della musica di sottofondo. Vi siete mai domandati che effetto ha l’ascolto della musica sulla vostra birra? Bene, un gruppo di fisiologi, psicologi ed informatici hanno pensato bene di cercare eventuali correlazioni tra ciò che sentite e ciò che bevete e, nemmeno a dirlo, hanno scoperto che la scelta delle canzoni può influenzare la percezione della bevuta.
Birra e Musica
Tutto questo potrebbe sembrare folle o almeno alquanto bizzarro; ed in effetti lo è, ma non più di tanto dato che è risaputo che l’uso di alcune tipologie di musiche può influire positivamente ad esempio sulla crescita delle piante o nell’allevamento degli animali. Ma andiamo nello specifico. La musica è in grado di attivare alcune zone del cervello quali la corteccia uditiva (ritmo e tono dei suoni), l’amigdala (reazioni emotive), la corteccia motoria (che ci fa iniziare a muovere in automatico seguendo il ritmo) e la corteccia prefrontale (che influisce sull’aspettativa e sulla soddisfazione); con in gioco così tante porzioni di cervello attivate dalla musica, è facile intuire che ci sarà una ben diversa percezione di tutto ciò che ci accade mentre stiamo ascoltando la nostra canzone preferita.
Il secondo punto da analizzare è “ma la birra mi gonfia il pancino!”. Bene, questo è un problema dovuto all’anidride carbonica che rende frizzante la nostra bevanda preferita; tuttavia ci sono 2 accortezze da tenere a mente per evitare di sentirsi gonfi. Innanzitutto l’anidride carbonica (o CO2 per i miei amici chimici) è “diversa” parlando di birre artigianali e industriali: nelle artigianali è ottenuta dalla rifermentazione in bottiglia in cui i lievitini, consumando l’ultimo zucchero rimasto, restituiscono questo gas con un perlage molto fine; nelle industriali, invece, che vengono filtrate e pastorizzate, non ci sta il lievito ma la CO2 viene sparata in bottiglia in maniera artificiale e forzata, creando delle bollozze enormi che poi se bevute fanno gonfiare lo stomaco.
Arriviamo quindi all’esperimento. Questi scienziati belgi hanno sottoposto delle (fortunate, aggiungerei) cavie umane ad una seduta di degustazione che si svolgeva in tre differenti modalità: un assaggio di una birra alla cieca, un assaggio di una birra conosciuta ed un assaggio alla cieca con diverse musiche di sottofondo. I partecipanti però non sapevano una cosa fondamentale: le tre birre erano sempre la stessa!! Nonostante questo, i risultati sono stati davvero sorprendenti.
Innanzitutto, la birra è stata degustata senza musica e questa valutazione è stata presa come riferimento; in seguito è stato proposto un “nuovo” assaggio con della musica leggera e giocosa (canzoni Disney, musica pop…) e la birra assaggiata risultava ai partecipanti più dolce; infine l’assaggio di “un’altra” birra con musiche più punk e rock risultava più tendente all’amaro e a sensazioni alcoliche più intense. La stessa birra ma percepita in 3 modi diversi!!
Ma non è solo il genere di musica che influisce sul nostro gusto, anche il volume è importante: la musica più tranquilla ha fatto nascere più reazioni positive al gusto della birra mentre volumi più alti hanno portato a reazioni inverse. Questo però è strettamente legato alla preferenza individuale del gusto musicale del soggetto bevitore. Io ad esempio non disdegno della sana italodance anni ’90 a tutto volume mentre gusto una birra artigianale.
E voi, cosa ne pensate? Se vi va, fate questo esperimento: la prossima volta che vi aprite una Spilusa o una Sincira, provatela sia in silenzio che con la vostra musica preferita nelle orecchie e fateci sapere come le vostre papille gustative rispondono!
It’s #BiviTime